Megaupload.com chiuso, il web è sempre meno libero

30.01.2012 12:38

L'FBI ha chiuso, con un intervento di forza, il famosissimo e popolarissimo sito Megaupload.com e tutti i servizi ad esso connessi, compreso il celebrato Megavideo.
Non solo, i proprietari di Megaupload sono stati anche arrestati con la gravissima accusa di "organizzazione criminale internazionale" per ripetuta e diffusa violazione dei copyright e riciclaggio di denaro sporco.
Secondo un comunicato del Ministero della giustizia americana, Megaupload avrebbe generato più di 175 milioni di dollari di guadagni illeciti, causando circa mezzo miliardo di dollari in danni ai proprietari di copyright.
Da questi numeri già si capisce la portata di questa operazione senza precedenti, che coinvolge uno dei siti più grossi del web (facile immaginare che infrastruttura possedesse Megaupload), sicuramente tra i primi 100 siti più visitati del mondo.

Non si può nascondere che tutti conoscano siti come Megaupload come siti da cui scaricare qualsiasi cosa ma la domanda del perchè siano siti illegali resta comunque aperta a mille interpretazioni.

Mi sembra evidente che quelli di Magaupload abbiano fatto qualcosa che ha moto infastidito qualche potere forte, altrimenti non sarebbe molto spiegabile una tale reazione da parte del dipartimento di giustizia americano.
Non è assolutamente la prima volta che siti di condivisione file e pubblicazione di video online vengano denunciati per violazione dei copyright ma mai prima d'ora avevo sentito di arresti, accuse di criminalità organizzata e chiusure così perentorie.
Lo stesso Youtube fu denunciato qualche anno fa per aver pubblicato materiale protetto, liberamente disponibile agli utenti, ma nessuno si sarebbe mai sognato di andare ad arrestare la dirigenza Google proprietaria di Youtube.
Altri siti come Rapidshare furono intimati di rimuovere tutti i file illegali dai loro server mentre altri come Veoh TV furono costretti a cambiare il modo di operare.

Leggendo il comunicato ufficiale sul sito del dipartimento di giustizia si leggono tre accuse che possono tranquillamente essere rivolte a qualsiasi altro sito di file sharing:
1) Sito espressamente progettato per promuovere il caricamento di opere protette da copyright rese disponibili a molti milioni di utenti.
2) Struttura per scoraggiare la stragrande maggioranza degli utenti all'archiviazione a lungo termine o al salvataggio di file personali, eliminando automaticamente i contenuti che non vengono regolarmente scaricati.
3) Programma di incentivi finanziari per gli utenti che si occupano di caricare file sul sito.

Megaupload è un normale sito di file sharing, come ce ne sono tantissimi altri, in cui archiviare online dati cosi da poterli riprendere in qualsiasi momento da qualsiasi computer connesso a internet.
Probabilmente era il migliore del suo genere perchè, pagando una cifra di abbonamento piuttosto bassa ed acquistando un account premium, permetteva di caricare file velocemente e scaricarli ancor più velocemente.
Megavideo invece era un sito molto simile a Youtube in cui si potevano vedere video in streaming senza limiti di durata (cosa oggi possibile anche su Youtube).
Megaupload e Megavideo hanno fatto parecchi soldi grazie alle numerose pubblicità presenti sulle loro pagine ed agli abbonamenti di sottoscrizione ma offrivano un servizio di gran valore, anche per un uso legale.
Certamente su questi siti si potevano trovare contenuti piratati come film, musica e programmi ma non bastava forse multare i proprietari del sito ed intimare loro di rimuovere ogni dato condiviso illegalmente?
Evidentemente no visto che, stando alle parole del MPAA (Motion Picture Association of America), "Da tutte le stime, Megaupload.com è il più grande e più attivo sito web che opera nel diffondere illegalmente contenuti creativi nel mondo", ha scritto in un comunicato, "l'applicazione della legge può intraprendere azioni forti per proteggere la proprietà intellettuale americana, rubata attraverso siti ospitati negli Stati Uniti"
C'è da notare che Megaupload ha sede ad Hong Kong e server in tutto il mondo ma i proprietari denunciati ed arrestati sono americani (uno dei proprietari si chiama Kim Schmitz).

La vicenda ha già fatto clamore in tutto il mondo e il gruppo di hacker Anonymous ha immediatamente risposto lanciando attacchi DDOS contro i siti dell'FBI e del dipartimento di giustizia americano, rendendoli irraggiungibili per diverse ore.
Su Twitter, da ieri notte non si parla d'altro ed anche oggi si possono leggere commenti di tantissime persone che in tutto il mondo sentiranno la mancanza di Megaupload e Megavideo.
Ultimamente si fanno nomi di indirizzi da cui Megaupload si può ancora raggiungere (prova megavideo.bz e https://109.236.83.66) ma, personalmente, credo siano solo pagine statiche che nulla centrano con il sito originale.

Personalmente non vedo alcuno scandalo nel fatto che i proprietari di Megaupload e Megavideo siano diventati ricchi visto che gestivano uno dei siti più grossi e visitati del mondo che offriva un ottimo servizio, teoricamente legale.
Certamente materiale piratato e protetto da copyright c'è sempre stato e bastava cercare anche su Google o su un qualsiasi forum dedicato alla condivisione di link per scaricare e vedere qualsiasi cosa.
La chiusura di Megaupload e Megavideo, l'operazione di polizia internazionale, l'arresto con accuse gravissime ai proprietari e tutta la vicenda giudiziaria sembra essere più che altro una dimostrazione di forza volutamente eclatante.
Al di la di come si evolverà la storia, resta aperto più che mai il grande scontro tra il popolo di internet che vuole usufruire di contenuti gratuiti e le grandi major internazionali che detengono i diritti su ogni opera d'autore e non lasciano alcuno spazio a progetti indipendenti gratuiti.

 

20 gennaio 2012