Censura del Web da parte del governo americano

17.11.2011 09:55

 

 

Mercoledì 16 novembre è stato scelto come il giorno per protestare contro la volontà degli States di oscurare i siti accusati di violazione di copyright. C’è pure un sito dedicato alla protesta: americancensorship.org. La Free Software Foundation ha annunciato ieri che parteciperà all’iniziativa, mostrando come potrebbe apparire l’homepage del proprio sito in caso venisse accusato di aver violato il diritto d’autore di chicchessia “da parte di compagnie che regolarmente manipolano le leggi del copyright per attaccare la libera espressione e la condivisione on line, valori fondamentali per la FSF”.

Ecco il testo della mail invita ieri dall’executive director John Sullivan per annunciare l’iniziativa.

Probabilmente hai sentito che gli Old Media stanno provando a far passare una legge che obblighi il governo Usa a creare una blacklist e censurare i siti che loro stessi accusano di violazioni del copyright. Il nome di questa legge è Stop Online Piracy Act (SOPA) alla Camera e PROTECT IP al Senato. Non ci sorprende che i gruppi che si stanno impegnando fortemente per togliere la libertà alla gente utilizzino analogie come stupro e saccheggio in un disegno di legge o termini come manipolazione della ‘proprietà intellettuale’ nell’altro”.

Non è la prima volta che disegni di legge simili vengono proposti. E non solo in Usa. Ne abbiamo avuto un assaggio anche in Italia: prima per iniziativa dell’Agcom e poi direttamente del governo. In entrambi i casi lo schema era simile: basta essere accusati di aver violato il diritto di qualcuno (da quel qualcuno stesso) per dover cancellare la pagina web incriminata (onde evitare multoni o di vedersi il sito oscurato) senza che a dirimere la questione fosse chiamato un giudice.

Per ora, qui da noi, l’abbiamo scampata. E così anche negli States. La FSF ricorda però che non la si scampa standosene con le mani in mano, e invita quindi a dare battaglia per l’ennesima volta a un provvedimento contro il quale si è schierato pure Google, come ha raccontato tempo fa la BBC.

Quindi, la FSF invita tutti quelli che hanno un sito Internet a partecipare all’iniziativa sostenuta da organizzazioni come Fight for the Future, EFF, Public Knowledge, Demand Progress, e the Participatory Politics Foundation. L’unica cosa da fare è oscurarsi per un giorno per mostrare come sarebbe il web se fosse censurato.

Ecco qualche link per approfondire l’argomento: